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La letteratura Francese tra '800 e '900

Come essere d'avanguardia?

Terzo appuntamento dedicato alla lingua #Francese a #Babylon. La nostra insegnante Annamaria Guerra ci accompagna oggi in un periodo fondamentale nella storia della letteratura, delle arti e della lingua francese. Il periodo compreso tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.

Com’è cambiata la letteratura francese da fine ‘800 ai primi anni del secolo che maggiormente abbiamo vissuto e conosciuto? Che cosa sono davvero “la belle époque” e “les années folles” che tanto si sentono nominare? E le famose avanguardie artistiche? Chi sono grandi nomi come Apollinaire, Éluard e Proust? Scopriamolo insieme!


Il primo ‘900: dalla belle époque alla Prima Guerra Mondiale

Si sente spesso parlare di la belle époque, ultimamente anche nel mondo del cinema contemporaneo vista l’uscita recentissima nelle sale italiane del film omonimo di Nicolas Bedos. Finzione a parte, la belle époque è un florido periodo artistico, culturale a cavallo tra ‘800 e ‘900 caratterizzato da notevoli scoperte anche nell’ambito della tecnica e della tecnologia. Questa soddisfazione generale creava un clima di fiducia verso il futuro. Non bisogna tuttavia pensare che la situazione fosse sempre e per tutti cosi idilliaca; chiaramente erano presenti lo stesso motivi di scompiglio, soprattutto a partire dai primi anni del 900, che hanno contribuito alla successiva nascita di nuove forme espressive più in linea con le trasformazioni di una società.

Sicuramente tutti almeno una volta nella vita avrete sentito parlare del conflitto politico e sociale nato a causa de l’affaire Dreyfus, su cui è uscito da poco un altro film diretto da Roman Polanski. Un capitano francese chiamato appunto Alfred Dreyfus è stato accusato di tradimento e spionaggio contro la Francia. Un po’ tutti all’epoca ed in special modo gli intellettuali si schierarono per la sua innocenza o colpevolezza. Fu un vero e proprio evento separatore per i francesi che, unito alla legge di separazione tra Stato e Chiesa del 1905 e alle tendenze nazionaliste sempre più pressanti, contribuì alla fine dell’epoca felice della belle époque verso un momento della storia più cupo coronato dalla Prima Guerra Mondiale.


Il dopoguerra: le novità letterarie e gli “années folles”

Come potremmo immaginare anche senza saperlo, il clima generale durante la guerra fu caratterizzato da pessimismo, dolore e paura. Non mancarono gli artisti che seppero descrivere e cercarono di raccontare i quattro lunghi anni dal 1914 al 1918. Dopo il conflitto la precaria unione ideologica che si era formata durante la guerra tra gli intellettuali si ruppe e si affermarono due macro visioni opposte del futuro: quelli per cui la guerra era la prova del fallimento dell’uomo e marcava la fine di ogni possibile ottimismo ed invece quelli che rifiutavano ogni disperazione per sperare nel rinnovamento. Qualsiasi fosse la posizione presa, di certo tutti gli intellettuali arrivarono a guerra finita con la voglia di impegnarsi con la propria arte a descrivere il nuovo periodo, ricostruire, raccontare e creare strumenti nuovi di espressione capaci di essere al passo con le nuove sensazioni e sensibilità. È proprio da questa volontà e presa di coscienza che dal 1920 per quasi un decennio si ebbero i soprannominati années folles caratterizzati da un’intensa attività sociale, culturale ed artistica unita al desiderio di lasciarsi alle spalle i disastri della guerra, per quanto possibile.


Le avanguardie letterarie in prosa e poesia

Visto quanto descritto finora non potevano mancare delle rotture anche profonde con la tradizione sia nella prosa che nella poesia. Il poeta ma anche scrittore, critico d’arte e in generale grandissimo erudito Guillaume Apollinaire può essere considerato a buon titolo il capofila per le avanguardie letterarie di inizio secolo. Apollinaire era uno scrittore poliedrico capace di produrre arte con diversi stili su diversi temi. Impossibile da rinchiudere in un genere preciso. Il suo essere un gran sperimentatore gli permise di gettare le basi di alcune caratteristiche stilistiche che saranno poi riprese dagli avanguardisti. Celebri sono i suoi Calligrammes del 1918 in cui le poesie formano dei disegni, la punteggiatura perde il suo valore. Apollinaire diventa insomma il simbolo di un’attenzione verso una ricerca poetica più ardita.

E queste avanguardie allora? Sono straordinari movimenti artistici, nel nostro specifico caso letterari, caratterizzati per il loro essere in contrasto più o meno netto con la produzione precedente, la tradizione o anche il gusto corrente. La nascita ufficiale di questi movimenti è opera di un italiano che però ha scelto Parigi come luogo di lancio: il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica il Manifeste du futurisme nel giornale Le Figaro. Il futurismo in letteratura esalta il caos, la distruzione della sintassi, il verbo all’infinito, la soppressione dell’avverbio e, cosa forse più importante, la distruzione dell’”io” in letteratura. Tra il 1916 ed il 1922 a Zurigo e poi più tardi a Parigi nasce invece il dadaismo ad opera di Tristan Tzara. Innumerevoli artisti di ogni ambito si lasciano affascinare da questa esperienza letteraria che si pone in contrasto netto con le regole sociali, culturali ed espressive della società borghese e delle sue tradizioni di scrittura. Spazio quindi alla rottura della sintassi, ad una mancanza di logica discorsiva, al ritmo delle parole più che al loro significato. Arriviamo infine al surrealismo, un movimento d’avanguardia tra i più longevi. Iniziato ufficialmente nel 1919 con la pubblicazione di Les Champs magnétiques ad opera di André Breton e Philippe Soupault, è rimasto fecondo fino agli anni ’60 portando con sé nomi ben noti dagli esperti della materia quali Breton, Aragon ed Éluard. Il movimento surrealista prende spunto da varie fonti: dalla tradizione magica ed esoterica inglese alla corrente romantica fino alla psicanalisi freudiana. L’importante era preferire gli automatismi del pensiero al ragionamento. Abolire il controllo della ragione, raggiungere l’incosciente per aprirsi a nuovi mondi inaspettati dell’essere. In scrittura questo diventava sperimentazione pura spesso di gruppo: racconti di sogni, sonni ipnotici, scrittura automatica. Con il passare del tempo il surrealismo è cambiato ad esempio diventando meno drastico ma mantenendo sempre la sua peculiarità di rivolta e di impegno sociale.


Le novità del romanzo

Se ci concentrassimo più sul versante romanzesco, vedremmo che, seppur forse con meno vigore, non mancano le sperimentazioni in linea con gli avvenimenti storico-culturali dell’epoca. Attorno alla Prima Guerra Mondiale, a fronte di una massiccia produzione, sono relativamente poche le opere degne di nota e di queste molte sono ancora vicine alla tradizione proveniente dall’800. I cambiamenti si possono scorgere nei temi: si passa dal vecchio interesse verso la descrizione oggettiva e la natura caratteristico dei romanzi veristi e naturalisti del secolo precedente al nuovo narratore non più onnisciente, all’indagine psicologica, al desiderio di raccontare la vita di un protagonista immedesimandosi. Autori di riferimento per le novità nel romanzo sono André Gide ed il conosciutissimo Marcel Proust.

Annamaria vi aspetta nella sede Babylon di #Rovigo, per guidarvi nell'apprendimento della lingua #francese, e alla scoperta di molte curiosità legate alla cultura dei paesi francofoni.



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